Progetto #janome: inizia l’avventura da testimonial Janome Italia

Oggi voglio raccontarvi una storia. È una storia che parla di sogni, di progetti importanti che finiscono in fondo ad un cassetto quasi dimenticati e di come, un giorno come gli altri, un’email può proprio cambiare tutto.

Oggi voglio raccontarvi del progetto #JanoME, di come sono diventata testimonial Janome Italia e dell’inizio di una fantastica avventura che ha il sapore di un sogno diventato realtà.

Progetto #Janome: come tutto è cominciato

Corre il lontano Ottobre 2016, mi trovo alla fiera Abilmente di Vicenza per il progetto Felicità a Pacchi. Si avvicina l’orario di apertura, vedo la folla che si accalca scalpitante all’ingresso, guardo l’ora: ho ancora 10 minuti prima che inizi il delirio e debba correre allo stand. Ho appena fatto incetta di filati Madeira per i miei progetti sulla collezione invernale ma ho ancora una cosa da fare. Cerco con lo sguardo lo stand Janome, dev’essere qui vicino. Eccolo. Il logo del progetto JanoME si staglia in bella vista sulla parete, io ne ho sentito parlare solo da poco. Sui social seguo La ragazza dello Sputnik, so che lei quest’anno è diventata testimonial Janome Italia insieme ad altre due ragazze. Ho visto il video dell’inizio della loro avventura insieme e mi è sembrato interessante, ma vorrei capire di più. Arrivo allo stand, cerco con gli occhi qualcuno a cui chiedere, ho davvero solo 5 minuti e poi devo correre ai posti di combattimento.

Trovo Carla, aka La ragazza dello Sputnik, lì davanti a me, carina e sorridente. Ci presentiamo, mi chiede se sono “The Yellow Peg”, annuisco. Mi fa sempre sorridere questo conoscerci per “nomi d’arte”, è facile capire perché io abbia sentito parlare di lei ma mi chiedo come sia possibile il contrario. Le chiedo del progetto, ormai mancano pochissimi minuti all’apertura, non c’è tempo per fare le quattro chiacchiere che vorrei, mi dice che è una bellissima opportunità e che dovrei proprio candidarmi per il prossimo anno. Faccio in tempo ad aprire sullo smartphone la pagina che mi dice e scappo via seguita dalle centinaia di casalinghe armate di trolley e pronte a tutto.

La domenica pomeriggio in fiera è un po’ fiacca, il pubblico motivato dei giorni precedenti ha ormai lasciato il posto a “quello della passeggiata della domenica”, così in pausa pranzo mi metto in un angolino, torno alla pagina, compilo il form e clicco su “invia la tua candidatura”. In queste cose ho imparato a non aspettarmi nulla, perché i sogni sono sogni fintanto che hanno quel pizzico di irraggiungibilità che è sfida, è stimolo a dare di più, a migliorarsi e tentare di aprire quel cassetto. Dicono che i nomi delle 3 nuove testimonial si sapranno a Giugno 2017. Giugno 2017? Sembra proprio un’eternità, farò in tempo a dimenticarmene.

Progetto #Janome: quando un’email cambia tutto

Passano i mesi, siamo ormai vicini a Natale e a volte concedo a me stessa quell’attimo di fantasticare, quell’attimo in cui accarezzi un sogno e pensi: “e se fossi proprio io la prossima testimonial Janome Italia?“. Poi scrolli la testa, allontani quel pensiero che si insinua perché va bene tutto, ma meglio la sorpresa della vittoria inaspettata che la delusione dell’amara sconfitta.

Arriva il 2017, anno di cambiamenti in casa The Yellow Peg: si parte con un passo in più in questa grande scommessa. Apro partita IVA, apro il nuovo laboratorio, sono talmente assorbita nelle corse al trasloco, alla nuova collezione, allo stare al passo con tutto quello che c’è da fare che chi ci pensa più al progetto JanoME e a quel sogno chiuso nel cassetto?

Poi Giugno fa capolino ed il sogno è bell’e dimenticato. Da qualche settimana, però, c’è quella strana sensazione alla mattina che sembra che debba succedere qualcosa. Qualcosa di grosso, che cambia tutto. Guardo l’email ogni giorno, ed ogni volta che il telefono fa beep il cuore sussulta. Eppure del progetto e della candidatura chi se ne ricorda?

Poi, un pomeriggio come tanti, sono in laboratorio e lavoro a un ordine alla macchina da cucire. Il telefono suona, nuove email nella posta in arrivo. Do un’occhiata veloce, pronta a cancellare la solita tonnellata di email pubblicitarie che mi arrivano ogni giorno e resto lì, imbambolata, a leggere l’oggetto di quell’email: “Complimenti, sei tra le sei finaliste del progetto JanoME!“.

Leggo e rileggo e non ci credo. Il cuore galoppa a mille e la mente cerca di tenerlo a bada perché sa che di posti ce ne sono solo tre e non è ancora il momento di esultare ché, si sa, non dire gatto…

L’email dice di contattare Pietro, compongo il numero un po’ emozionata ma cerco di darmi un tono. Mi risponde una voce allegra dall’altro lato, con un chiaro accento toscano che mi fa sempre un po’ sorridere. Mi parla del progetto, mi chiede se sono disposta a prendere parte ad una serie di attività. Nella mia testa ci sono io che, come una bambina, saltello qua e là in giro per il laboratorio urlando “Sì, sì e sì!” ma per fortuna, ho abilitato il filtro persona normale e gli rispondo con quanta più compostezza riesco a racimolare che “Mi sembrano tutte attività molto interessanti e direi che non vedo alcun problema a dare la mia disponibilità”. Ah, quanta fatica non lasciare il posto alla me che avrebbe fatto traboccare rovinosamente chili e chili di entusiasmo da adolescente!

Ma frena, bella! Non è mica detto che prendano proprio te. 50% di probabilità, a conti fatti, che tu resti a casa, accarezzando un sogno che quasi, ma quasi, stava per diventare realtà.

I 7 giorni successivi ve li lascio immaginare. Attendere una notizia che sai potrebbe cambiare tutto, ma proprio tutto, o non cambiare proprio niente è elettrizzante, adrenalinico… per le prime 24 ore. Poi diventa un’epopea! Finché il venerdì successivo, nascosta sapientemente nella scheda “promozioni” da Google, ecco l’email: “CONGRATULAZIONI! Ti abbiamo selezionata per il progetto JanoME”. La mia bocca si allarga nel sorriso più grande che possa esistere, il cuore trabocca finalmente di gioia (e la mente stavolta lo lascia fare), è andata: sono davvero una delle tre testimonial del progetto #JanoME!

Ma cos’è il progetto #JanoME?

È stata una lunga corsa sulle montagne russe e finalmente sono riuscita a conquistare la meta. Essere testimonial di una delle più grandi aziende al mondo di macchine da cucire è davvero un sogno che diventa realtà, diciamocelo.

Ma cos’è, in pratica, il progetto #JanoME?

Il progetto #JanoME nasce con l’obiettivo di selezionare tre creative per diventare testimonial del brand Janome in Italia.

Cosa vuol dire essere testimonial Janome?

Essere ambasciatrici della Janome significa diffondere l’amore per il cucito. E sapete il bello qual è? Che non bisogna essere professioniste per avvicinarsi a questo mondo, basta solo un po’ di passione e tanta creatività!

Perché il progetto #JanoME?

Per sfatare il mito che il cucito è qualcosa solo alla portata di pochi.

Sono sempre di più i giovani che vorrebbero avvicinarsi a questo mondo ma si sentono sopraffatti e disorientati e finiscono per rinunciare all’opportunità di questa bellissima passione perché non sanno da dove cominciare. Noi vogliamo dimostrare che cucire non è magia nera, che è davvero alla portata di tutti, basta affidarsi agli strumenti giusti: una macchina affidabile e degli accessori che semplifichino la vita!

Progetto #Janome: vi presento le mie compagne di avventura

Tra le cose che amo di più del cucito è l’opportunità di creare comunità, condivisione, interazione. E tra le cose più belle del progetto JanoME c’è proprio questo: il fatto che siamo in tre, tre persone profondamente diverse che si completano a vicenda, tre realtà indipendenti accomunate da una grandissima passione: il cucito.

Quando ho saputo di essere stata selezionata per il progetto #JanoME, non sapevo ancora chi sarebbero state le mie compagne di avventura. Mai come in queste cose è fondamentale fare squadra, e per farlo è necessario che ci siano un’immediata intesa e sinergia.

Quello che ho trovato nelle mie compagne è ben di più di quanto mi aspettassi: umiltà, voglia di imparare e condividere, voglia di crescere insieme, allegria, simpatia, senso di appartenenza e gentilezza. Non vorrei suonarvi sdolcinata, ma conoscerle di persona è stato come conoscere una nuova famiglia, tutta riunita attorno ad una tavola… quella del cucito! 

E allora lasciate che ve le presenti ufficialmente.

Sara – Dadamour

Ci accomuna l’appartenenza ad una terra: la nostra amata Sicilia. Sara è di Palermo ed il cucito è la sua grande passione. Al momento è un hobby che si ritaglia a forza spazio nella sua vita di impiegata, ma Sara è una sognatrice ed ha la determinazione per trasformare il suo sogno in realtà! Se la incontrate, vedete una ragazza semplice con un’aria un po’ timida ma dentro ha un animo decisamente rock. Ha un blog personale e realizza simpaticissimi accessori che non potrete che adorare, andate a scoprire di più nella sua pagina Facebook.

Francesca – Maison Tada

Modenese importata a Rovigo per amour, Francesca è un vero concentrato di energia allo stato puro. Lei si definisce una creativa selvatica, si lascia travolgere con passione dai suoi raptus creativi e quello che viene fuori è semplicemente adorabile. Mamma di due bellissimi bimbi, realizza creazioni per mamme e bambini che sono un mix esplosivo di energia e vitalità. Provare per credere.
Per saperne di più, la trovate qui.

Progetto #Janome: i due giorni di formazione a Firenze

L’avventura con Janome è iniziata lo scorso 3/4 Luglio a Firenze con due giorni di formazione presso Janome Italia.

Vi racconto cosa è successo (e stavolta cercherò di essere breve e concisa… forse! :P)

Day #1: conosci davvero la tua macchina da cucire?

Arrivo in stazione a Firenze la mattina del 3 luglio, sono appena le 9.00 ma c’è già un bel caldino. Io però non mi accorgo di nulla, sono piena di aspettative, speranze, curiosità ed entusiasmo. Conoscerò Sara e Francesca, incontrerò ancora Carla per la prima volta dopo quel giorno in fiera e sarà lei la nostra coach di cucito. Conoscerò Pietro, il mio primo impatto con questo sogno diventato realtà, e Silvia, mente e cuore di Janome Italia e del progetto #JanoME.

Silvia ci porta in azienda e la giornata parte con un tour veloce: area officina, area uffici, mensa e la nostra stanza dove faremo questi due giorni di formazione. Tutto è curato nei minimi dettagli, in azienda si respira un bel clima: è questa la primissima sensazione al mio arrivo. Nella stanza delle meraviglie ci aspettano le nostre macchine Janome 8077 e delle borsine preparate con amore da Silvia con dentro tanti bellissimi ed utilissimi strumenti Clover insieme alla nostra valigetta di filati Madeira. C’è chi quel giorno si è svegliato alle 4 del mattino per mettersi in viaggio, ma siamo tutte cariche di adrenalina ed ascoltiamo attente Carla che ci parla di tanti interessantissimi piedini per le macchine Janome. Ci dimostra come usarli, facciamo qualche esperimento, il piedino per le cerniere, l’orlatore, il pieghettatore, quello per il free motion. Mi rendo conto quanto poco io stessa conosca la mia macchina da cucire e quanto non sfrutti a pieno le sue potenzialità. Sono sicura che succede anche a voi: punto dritto, zig-zag e poco altro. Ma sapere come funziona davvero una macchina da cucire e quali sono gli accessori che ci possono semplificare e velocizzare il lavoro è la svolta che apre la strada ad un mondo di nuove opportunità!

Chiudiamo le attività al pomeriggio e la stanchezza comincia a farsi davvero sentire così approfittiamo di qualche oretta di riposo in hotel prima della cena. Alle 20 Silvia e Carla vengono a prenderci e si va a mangiare in un posticino davvero carino in mezzo al verde. Ad aspettarci lì c’è Pietro che conosciamo finalmente di persona. A tavola si parla di mille cose: del progetto, delle aspettative, delle opportunità e soprattutto di web marketing, di social networks e di branding. E io, da sempre sostenitrice del “a cena non si parla di lavoro”, non potevo essere più entusiasta. Eh sì, quando si tratta della tua passione, il confine tra lavoro e tempo libero è sempre sempre più sottile!

Day #2: il buttalà, il video e i progetti futuri

Il giorno successivo appuntamento alle 9.00 in azienda per una nuova giornata entusiasmante. Silvia e Carla ci parlano di progetti futuri che fanno venire a tutte noi gli occhietti a cuore. Ora, non starei nella pelle dal parlarvene ma bisogna avere ancora un pochino di pazienza, ok? Posso solo dirvi che l’attesa sarà ricompensata!

Giriamo un video in cui ci presentiamo e, tra qualche gaffe e grosse grasse risate, arriva il momento tanto atteso del buttalà. Avreste mai pensato di poter creare un tessuto tutto vostro dal nulla? Come? Fliselina Freudenberg idrosolubile e tutti i materiali che si possano immaginare: dalla lana ai pezzetti di stoffa ai cordoncini al tulle. Solo un ingrediente fondamentale: abbandonarsi completamente al raptus creativo. (Ok, io su questo devo ancora lavorare: mentre le altre mettevano subito in pratica il vero spirito del buttalà – che si chiama così per un buon motivo… – io, da buon ingegnere, selezionavo i materiali, li mettevo in fila sul tavolo e progettavo il risultato finale).

Non ci credete? Date un’occhiata al video live!

Il ritorno a casa

Finite le attività, si riparte alla volta di casa con un bagaglio di esperienza semplicemente meraviglioso. Non solo sul piano professionale, ma anche e soprattutto sul piano umano. Il bilancio non solo è positivo, ma supera di gran lunga ogni mia aspettativa!

Progetto #Janome: i prossimi passi

Vi ho già fatto intendere che quest’avventura con il progetto #JanoME è solo all’inizio e riserverà tante tante bellissime sorprese a noi testimonial e a tutti voi che ci seguirete. Noi non vediamo l’ora e siamo già all’opera con i progetti che arriveranno il prossimo autunno. E voi siete pronti a scoprirli? Restate sintonizzati perché #ilbellodeveancoravenire.

Vi abbraccio, alla prossima
XOXO
Simona

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Il mondo creativo 2017: l’avventura in fiera con Janome

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